Ci svegliamo alle 6:45 con l'intenzione di partire per le 9, ma tra colazione e preparativi vari ritardiamo di mezz'ora. Attraversando tutta Dublino ci dirigiamo in direzione sud verso le Wicklow Mountain, percorriamo una ex strada militare che sale verso il passo Sally Gap. Lasciamo così il sottofondo di case e passiamo prima da un fiabesco bosco per poi ritrovarci tra le alte colline in un paesaggio affascinante, colline ricoperte di torbiere ed erica, tra piccoli ruscelli che le intersecano e con colori che vanno dal verde al rosso, il tutto in forte contrasto col grigio delle nuvole soprastanti. La giornata promette pioggia e infatti, come conferma alla fama irlandese, pioverà ad intermittenza tutto il giorno, concedendo però tra una scarica e l'altra di asciugarci quasi completamente i vestiti.
In mezzo alle Wicklow Mountain facciamo una breve sosta a Glendalough, dove vi sono i resti di un monastero con la sua tipica torre circolare e con tutto intorno numerosissime croci celtiche del secolare cimitero.
Finite le colline decidiamo di proseguire ancora per qualche ora e di arrivare a Carlow dove decidiamo di fermarci per la notte e di portarci a 115km percorsi. Visto il notevole dislivello, per essere il primo giorno siamo comunque soddisfatti.
La mattina successiva con grande gioia il cielo è di un bellissimo azzurro e il sole splende e scalda a dovere, ma purtroppo i preparativi si protraggono sempre troppo a lungo, essere in cinque porta via molto più tempo del previsto. In più appena partiti riscontriamo un problema alla bici di Pino per cui siamo costretti a tornare indietro per cercare un meccanico e perdere un'ulteriore ora di tempo. Quando finalmente lasciamo Carlow sono ormai le 10:40 e le possibilità di mantenere la media della traccia sfumano subito. Però ci mettiamo lo stesso a testa bassa e facciamo una tirata fino a Kilkenny, bella cittadina col suo castello e i suoi vialetti affollati. Proseguiamo poi per delle strade secondarie tra verdi pascoli affollati di mucche e arriviamo a Cashel, dove in cima ad una collina sopra la città, dominano i resti di una rocca medievale. Facciamo un piccolo spuntino e andiamo avanti fino a Cahir dove troviamo un bed & breakfast e terminiamo la tappa dopo altri 115km.
Purtroppo la media è ancora sotto le aspettative, ma questi primi due giorni sono stati caratterizzati anche da numerosi problemini meccanici, tra freni, bulloni persi e varie noie meccaniche che fortunatamente siamo riusciti sempre a risolvere.
martedì 27 maggio 2014
26/27 maggio Dublino-Carlow-Cahir
lunedì 26 maggio 2014
25 maggio: Dublino
Sveglia presto per raggiungere l'aereoporto di Bologna con le nostre bici belle impacchettate, il nostro volo è previsto in partenza alle 7:05. Arriviamo a Dublino alle 8:30 sotto un compatto cielo di nuvole grigie e la temperatura intorno agli 8°, ben al di sotto dei 18° di casa nostra. Ci facciamo portare da due taxi alla guesthouse che abbiamo prenotato e impariamo subito la prima lezione: mai prendere un taxi senza prima aver contrattato il prezzo della corsa: ci hanno praticamente dissanguato!
La guesthouse è gestita da una ragazza brasiliana e da sua mamma che troviamo nella comune sala da pranzo intenta a farsi la tinta ai capelli, mentre gli altri ospiti, ragazzi di diverse nazionalità fanno colazione in cucina, il tutto in un ambiente molto familiare e accogliente.
Ci mettiamo subito al lavoro per preparare le bici e in un paio d'ore rimediamo rotture e inconvenienti vari che in qualche modo riusciamo a sistemare, così ci concediamo una passeggiata nei dintorni del quartiere. Le case qua sono basse e di mattoni rossi, molto particolari, ma la cosa che più ci colpisce sono i moltissimi pub, alcuni veramente belli, che danno proprio l'idea di un luogo di ritrovo che va al di là dell'idea di locale serale dove bere una birra. Infatti anche di pomeriggio sono frequentatissimi e ai tavoli trovi famiglie con figli o gruppi di ragazzi adolescenti.
Il tempo varia continuamente e piove ad intermittenza senza che ci sia mai un vero acquazzone e qua sono talmente abituati che la gente in strada non usa neanche più l'ombrello!
Beh, ormai ci siamo proprio, l'Irlanda da scoprire è qui davanti ai nostri occhi, domattina si parte...forza!!!
sabato 24 maggio 2014
Irlanda: prologo di viaggio
martedì 13 maggio 2014
Simone: ricordi di viaggio.
Ricordare ora il viaggio in bici da Ventimiglia a Lisbona e' impresa tutt'altro che semplice, anche se molto piacevole. Sarebbe stato complicato scrivere qualcosa il giorno dopo essere tornati, figuriamoci oggi. Senza voler passare per degli eroi, in fondo non esiste sostantivo più lontano da questo per rappresentarci, percorrere 2400km in bicicletta in venti giorni comporta uno sforzo fisico e mentale che annebbia sensibilmente ricordi e sensazioni. In più, può sembrare impossibile ma non è così, un viaggio affrontato ad una velocità media di 20km orari (scarsi...) molte volte risulta fin troppo veloce agli occhi e la sera ti ritrovi in testa una miriade di colori, di immagini assimilate troppo in fretta che anche a mente lucida sarebbero difficili da riordinare, figurarsi dopo una giornata intera passata in sella! Comunque ci proverò, brevemente, mi auguro.
Appuntamento il giorno 11 maggio a Ventimiglia, da lì il mattino successivo abbiamo attraversato il confine ed iniziato a percorrere il lungomare francese. Da sottolineare il fatto che non abbiamo sbagliato direzione, nel senso che non ci siamo diretti verso Genova, questo grazie al prezioso lavoro di Marco che prima di partire aveva stilato un'accurata tabella di marcia. Il programma era attraversare la Francia fino a S.Jean Pied de Port, percorrere il Cammino di Santiago fino a Santiago de Compostela per poi raggiungere Lisbona.
Il primo giorno avevamo deciso di non privarci della compagnia del mare della costa azzurra fino a S.Raphael, passando Nizza, la meravigliosa Antibes e Cannes. L'indomani ci siamo lasciati il mare alle spalle per dirigerci in Provenza, dove tra le altre cose abbiamo avuto la possibilità di visitare Arles, un vero gioiello. Costeggiando il fiabesco Canal du Midi ci siamo avvicinati ai Pirenei e dopo otto giorni la prima parte del viaggio si è conclusa a S.Jean. A raccontarlo così sembra un sogno se non fosse che almeno quattro di questi giorni li abbiamo passati sotto la pioggia, grandine compresa (e che grandine!). In un'altra occasione il vento contrario quella stessa pioggia c'è l'ha fatta rimpiangere, con temperature tutt'altro che tropicali. Nonostante questi ed altri contrattempi S.Jean era conquistata, con meritata soddisfazione da parte della squadra!
Il 20 maggio iniziamo il Cammino di Santiago e già la partenza non è delle più incoraggianti perché ci troviamo di fronte una "salita del diavolo" di fantozziana memoria e successivamente una lunga discesa dove per fortuna non c'era traccia della trattoria "Il Curvone". Battute a parte, negli otto giorni impiegati per raggiungere Santiago siamo stati catturati da un contesto magico e coinvolgente. Una processione lenta e continua lunga 800km, formata da persone di tutte le età che in comune avevano principalmente una cosa: la gioia autentica di percorrere il Cammino. Impossibile anche per i più scettici non percepire e non assorbire questa energia positiva rilasciata da ogni pellegrino, perfino e forse soprattutto ai più stanchi leggevi la soddisfazione sincera negli occhi. Dal punto di vista fisico e' stato il periodo più impegnativo perché oltre alle immancabili perturbazioni, quasi ogni giorno c'erano salite impegnative da affrontare. Devo anche ammettere che riposare negli ostelli non sempre è stato facile, almeno per me, ma ormai è acqua passata.
Riguardo questa parte del viaggio sono stato sorpreso da una circostanza che a posteriori non può che essere ovvia, ma in quel momento mi ha colto di sprovvista: il fatto di trovarsi lungo il percorso con le stesse persone per più giorni. Ci siamo imbattuti fin dall'inizio con un gruppo di scanzonati triestini ritrovati poi il giorno dopo il nostro arrivo alla messa del pellegrino. Indimenticabile anche l'incontro con Jan, audace 67enne olandese che in compagnia della sua bici elettrica ha raggiunto Santiago da casa sua. Burbero all'apparenza, si esprimeva più o meno a monosillabi, si è dimostrato nel corso dei giorni un vero gentiluomo che non poteva ispirare che profonda tenerezza, oltre che ammirazione, con i suoi inseparabili ed improbabili mocassini. Arrivati alla Cruz de Hierro poi, ci ha impartito una sonora lezione estraendo dalla sua borsa un sasso pregandoci di immortalarlo mentre lo depositava ai piedi della croce. Stupiti della cosa abbiamo effettuato una rapida ricerca scoprendo che ogni buon pellegrino deve portare un sasso con se da depositare alla Cruz per espiare gli errori passati. Risultato: Jan 2 - Ciclomacchinisti 0.
In quei giorni poi sono sopraggiunti seri problemi di salute per Marco, alla prese con una forte bronchite curata con degli antibiotici. Ancora complimenti a Marco per la straordinaria forza di volontà perchè non ha perso una pedalata nonostante fosse fiaccato dall'influenza e dai medicinali.
È stato a Santiago che abbiamo vissuto il momento più toccante del viaggio assistendo alla messa di mezzogiorno nella cattedrale e dedicata ai pellegrini. Al termine della celebrazione e con la cattedrale gremita di pellegrini, come da tradizione si è svolto il lancio del Butafumeiro, l'incensiere più grande del mondo, per purificare lo spirito dei fedeli. Sono convinto che in quel momento ogni persona presente, credente o meno, in qualche modo abbia fatto i conti con il proprio passat e con la propria vita.
Terminata la cerimonia abbiamo ripreso la marcia in direzione Lisbona con una discreta dose di malinconia nel cuore per le emozioni appena provate e perché il viaggio stava velocemente volgendo alla fine. Tre giorni dopo, durante i quali non ci siamo fatti mancare un casuale incontro con l'improbabile quanto simpatico sosia di Francesco Totti (un imprenditore piemontese trasferitosi per lavoro ), eravamo seduti ad un tavolo in Praca da Figueira a Lisbona a sorseggiare un'ottima birra, appena smontati di sella. Un pezzo del nostro cuore e' rimasto in questa città, che ci ha accolto come una mamma premurosa e ci ha fatto sentire a casa, oltre a farci respirare un'atmosfera unica, un insieme di allegria e dolce malinconia che difficilmente dimenticheremo
Quest'anno, per non perdere allenamento (anche dal punto di vista enogastronomico), abbiamo deciso di visitare l'Irlanda. L'avventura partirà da Dublino il 26 maggio per concludersi sempre nella capitale irlandese il 6 o il 7 giugno. L'obiettivo sarà quello di circoscrivere una buona parte del perimetro dell'isola in dodici-tredici tappe passando per i luoghi storicamente più interessanti, come le principali città o alcuni dei tanti castelli disseminati nel territorio irlandese, ma anche per luoghi affascinanti come le spettacolari scogliere affacciate sull'Atlantico. In aggiunta e se le condizioni lo permetteranno, il tentativo di emulare, con le dovute proporzioni, la terza tappa del giro d'Italia 2014 da Armagh a Dublino.
L'idea di andare in Irlanda è stata accolta da tutti con molto entusiasmo, grazie al fascino e alle tradizioni che quella terra racchiude, fatta di musica, magia, folklore e paesaggi incantevoli. Inoltre, in qualche modo vorremmo non solo far sognare un po' della nostra avventura a chi avrà il piacere di seguirci giorno per giorno, ma anche avvicinarvi il mondo della bicicletta, vissuto non come una corsa contro il tempo ma come un mezzo con cui trovare una diversa misura di se stessi e una nuova prospettiva nel vivere e vedere ciò che abbiamo intorno a noi.
Per l'occasione rientrerà anche Gianpaolo, ciclomacchinista della prima ora, e si aggiungerà l'amico Pino, “lo stagista", che suo malgrado dovrà rassegnarsi a subire le angherie del resto del gruppo.
Se non avete niente di meglio da fare potete seguire le nostre brancaleoniche avventure direttamente sul nostro blog o sulla pagina facebook "I Ciclomacchinisti-Irish Tour 2014".
Con questo vi salutiamo, aggiungendo che tutti noi non si vede l'ora di partire!
Simone
martedì 6 maggio 2014
12-31 maggio 2013 Ventimiglia-Santiago-Lisbona: impressioni di un viaggio in bici
Due anni fa, quattro amici ispirati dal libro "Tre uomini in bicicletta" decidono di affrontare un viaggio col medesimo mezzo da Trieste ad Istanbul. Quest' anno, il 2013, io Marco, insieme a due di loro, Mario e Simone, abbiamo deciso di provare a raggiungere Lisbona, partendo da Ventimiglia e passando da Santiago di Compostela, percorrendo il Cammino di Santiago francese e quello portoghese.
Personalmente ho sempre amato muovermi e viaggiare, soprattutto in moto, ed essendomi ultimamente appassionato di bici ho pensato che viaggiare su due ruote contando solo sulle proprie forze doveva essere molto più coinvolgente e gratificante. In più l'idea di mettermi alla prova in un'esperienza del genere mi girava in mente già da un po', così dopo aver seguito da spettatore, con piacere e un po' d'invidia, quella prima impresa su Istanbul, ho deciso che questa volta ci avrei provato anch'io.
Abbiamo fissato la data di partenza al 12 maggio e nei mesi precedenti ci siamo allenati singolarmente, vivendo noi tre in posti diversi, confrontandoci spesso sulla preparazione tecnica del mezzo e soprattutto dei bagagli che dovevano essere il più possibile essenziali e funzionali, senza però rinunciare alle cose più importanti. Quando finalmente siamo partiti non sapevo esattamente come sarebbe andata nè come il mio corpo e la mia testa avrebbero reagito ad un così lungo periodo di fatica, ma l'entusiasmo era tanto e pensare all'obiettivo finale, seppur ancora lontanissimo, mi ha dato una grande energia.
Abbiamo percorso quasi 2400 km in 20 giorni, prima in direzione Ovest lungo la costa e l'entroterra francese e successivamente, superati i Pirenei, attraverso le montagne e i vasti altipiani del nord della Spagna fino a Santiago de Compostela in Galizia, per poi spingerci infine verso Sud, attraversando quasi tutto il Portogallo tra colline e lungomare fino ad arrivare il 31 maggio a Lisbona. Venti giorni possono sembrare tanti o pochi a secondo di quello che si vive. Per me sono stati intensi e bellissimi. Non sono mancate le difficoltà, la pioggia, il freddo, qualche guaio meccanico e anche qualche malanno, ma abbiamo trovato anche l'ebbrezza della libertà, la bellezza dei paesaggi, il senso di condivisione di ogni scelta in gruppo e non ultima la solidarietà verso i molti pellegrini incontrati lungo il Cammino di Santiago, persone da tutto il mondo che percorrono la tua stessa strada verso lo stesso obiettivo, persone che vedi una volta soltanto o che magari incontri più volte durante il tragitto e con cui si crea inevitabilmente un legame di simpatia e di rispetto. Non c'è un'età di riferimento, non ci sono super atleti, non c'è un kilometraggio minimo nè alcun obbligo religioso, il Cammino è aperto a tutti quelli almeno una volta nella vita vogliono mettersi alla prova, entrando a far parte del flusso costante che ogni giorno, da S.Jean Pied-de-Port muove centinaia di pellegrini in direzione della cattedrale di S.Giacomo.
Viaggiare e spostarsi da un luogo all`altro è da sempre un bisogno innato nell`uomo, e penso che in questa avventura abbiamo vissuto l`essenza di questo concetto, intesa come l`affrontare giorno per giorno il proprio percorso, in qualsiasi condizione, mettendo alla prova il corpo, la testa e lo spirito. In questo senso, questa esperienza è stata una ricarica di energia e di fiducia nelle proprie capacità e mi ha dato la prova che si può raggiungere qualsiasi obiettivo, cercando di superare le difficoltà senza però perdere di vista il come e perchè ci si trovi ad un certo punto del proprio personale cammino.
Marco
lunedì 5 maggio 2014
sabato 1 giugno 2013
30-31 maggio, Valongo-Leiria-Lisbona
Da Valongo ci mancano 350 km per Lisbona e vorremmo cercare di percorrerli in due giorni. Le condizioni meteo sono nettamente migliorate così ci mettiamo in marcia in direzione della costa. Infatti, per non passare da Porto ed evitare il traffico, abbiamo aggirato la città da est, anche se questa variante ci ha costretto a fare i conti con numerosi saliscendi collinari.
Le strade della zona interna del nord del Portogallo, anche quelle principali, sono più strette e meno curate delle larghe direttrici francesi e spagnole, il che ci costringe ad una maggiore attenzione a causa del traffico. In alcuni paesini poi vi sono lunghi tratti lastricati di sampietrini, una vera gioia per le nostre braccia e per il fondoschiena!
Lungo la zona costiera passiamo dalla riserva naturale di S. Jacinto, una lunga penisola piatta dove, al suo estremo sud, nell'omonimo paesino prendiamo un breve traghetto fino a Barra. Da lì, proseguendo sempre verso sud e attraversiamo una vasta pineta percorrendo 25km di rettilinea strada forestale.
Concludiamo la tappa a Leiria dopo aver percorso 205 km, la più lunga di tutto il viaggio.
Il mattino seguente conosciamo Massimo, un simpatico ragazzo italiano che ha aperto una gelateria qui a Leiria, e che è il sosia piemontese di Totti, con cui facciamo colazione ed abbiamo uno scambio di vedute sulla situazione di crisi che sta passando il Portogallo.
Salutiamo Massimo e a conti fatti dobbiamo percorrere "solo" 140 km, le gambe ancora stanche dalla lunga pedalata del giorno precedente, ma la meta ormai è vicina e ne sentiamo il richiamo.
Così piano piano ci avviciniamo alla capitale portoghese percorrendo gli ultimi 30 km di statale in mezzo ad un rumoroso traffico e finalmente alle 18.30 ci fermiamo in mezzo alla Praça do Comercio...siamo a Lisbona!!
Finalmente (e anche purtroppo) il nostro viaggio ha termine, dopo 20 giorni, quasi 2400 km percorsi e più di 20000 metri di dislivello fatti. La felicità è tanta e ripaga della stanchezza accumulata.
Ora ci aspetta qualche giorno di meritato riposo dove ci godremo la frizzante atmosfera di Lisbona!