Il Duemilasedici vede il nostro piccolo gruppo impegnato un nuovo viaggio. Dopo la grande impresa di CapoNord quest'anno abbiamo deciso di dare un'impronta più turistica al nostro girovagare su due ruote, spostandoci decisamente più a sud e precisamente in Sicilia. L'idea è nata per conciliare la bicicletta con l'esigenza di fare un po' di vacanza con le rispettive famiglie, quindi, finite le scuole dei nostri figli, il 14 giugno ci siamo ritovati tutti a Castelvetrano in provincia di Trapani, paese natio di Mario.
Naturalmente è sempre attiva la collaborazione e il legame con la LIFC (Lega Italiana Fibrosi Cistica) a cui cerchiamo di dare visibilità e sostegno tramite il progetto #PedalaPerUnRespiro, che durante il viaggio del 2015 ha avuto un buon successo grazie all'impegno di tutti quelli che vi hanno collaborato e alle tante donazioni ricevute.
Qualche giorno di mare e il 21 giugno, caricate le borse sulle nostre
due ruote, siamo partiti per percorrere il periplo dell'isola.
Quest'anno si è aggiunto a noi l'amico, nonchè preparatore, Carlo
Lazzari che l'anno scorso aveva curato il nostro programma di allenamento.
La pedalata inizia subito con una bella partenza di gruppo assieme agli amici ciclisti del GS DirtyBike di Castelvetrano che ci accompagano per 20km in direzione di Sciacca. L'impostazione turistica che abbiamo in mente di adottare per questa avventura dovrà apettare ancora un giorno, perchè vogliamo raggiungere prima possibile la parte sud-orientale dell'isola per poi goderci con calma quella zona.
Percorriamo la ss115 che segue il profilo mediterraneo della costa senza particolari dislivelli, lasciandoci alle spalle le verdi terre ricche di ulivi e vigneti del trapanese per andare in zone paesaggisticamente più aspre e dalle tonalità meno accese, ma che contrastano col blu profondo del mare. Diamo un veloce scorcio alla valle dei templi di Agrigento e passiamo per le grigie periferie di Licata e Gela per poi arrivare in una zona dove il paesaggio è ricoperto da chilometri di teloni di plastica di centinaia di serre, frequentate dai numerosi braccianti addetti alla raccolta degli ortaggi. Dopo una giornata molto calda e impegnativa, arriviamo infine a Marina di Ragusa, con un piacevole centro città, percorrendo 240km, nostro nuovo primato giornaliero per i viaggi con borse al seguito.
Percorriamo la ss115 che segue il profilo mediterraneo della costa senza particolari dislivelli, lasciandoci alle spalle le verdi terre ricche di ulivi e vigneti del trapanese per andare in zone paesaggisticamente più aspre e dalle tonalità meno accese, ma che contrastano col blu profondo del mare. Diamo un veloce scorcio alla valle dei templi di Agrigento e passiamo per le grigie periferie di Licata e Gela per poi arrivare in una zona dove il paesaggio è ricoperto da chilometri di teloni di plastica di centinaia di serre, frequentate dai numerosi braccianti addetti alla raccolta degli ortaggi. Dopo una giornata molto calda e impegnativa, arriviamo infine a Marina di Ragusa, con un piacevole centro città, percorrendo 240km, nostro nuovo primato giornaliero per i viaggi con borse al seguito.
Stanchi ma appagati per aver portato a termine la prima lunga tappa, il giorno dopo ci dirigiamo verso l'entroterra per visitare Ragusa, Modica e Scicli, splendide città modellate in stile barocco. A Modica non poteva mancare un dolce assaggio dello squisito cioccolato aromatizzato in decine di modi diversi. Tornati sulla costa ci dirigiamo verso Pachino e poi a Capo Passero, la punta più meridionale dell'isola e il punto cardinale che idealmente rappresenta il collegamento tra i nostri ultimi due viaggi alle estremità opposte d'Europa. Lo sguardo si perde sul filo dell'orizzonte tra cielo e mare, e non può non tornare alla memoria l'orizzonte di mezzanotte sul Mare di Barents col sole che ancora splendeva alto sul mare. Ma qui siamo dalla parte opposta del continente europeo e i colori del tramonto già stanno preannunciando la sera. Riprendiamo il passo e chiudiamo la giornata a Marzamemi, un incantevole borgo di casette di pescatori trasformate in tanti localini, wine bar, e ristoranti pittoreschi.
La terza tappa ci porta a Noto, altra splendida città barocca divenuta una frequentata meta turistica. Visita veloce alla via principale e alla cattedrale restaurata dopo il crollo del 1996 e subito ridiscendiamo verso il mare per finire la tappa a Siracusa dove passiamo il pomeriggio ad esplorare l'isola di Ortigia, la parte più antica della città, formata da un dedalo di viuzze e pittoreschi scorci da scoprire ad ogni angolo e che trovano sbocco nella bella piazza Duomo. La mattina successiva ci alziamo presto per goderci le prime luci del giorno tra gli angusti vicoli e le piazzette, lungo i bastioni sul mare fino ad arrivare al mercato del pesce dove vi si trova ogni sorta di prelibatezza ittica e dove assistiamo alla lavorazione di un gigantesco tonno. Rimaniamo estasiati dal fascino di questo angolo di Sicilia e ripartiamo con la promessa di tornare un giorno nella splendida Ortigia.
La nostra strada va in direzione nord e ci porta verso Catania, la successiva tappa, ma ci costringe ad attraversare una lunga e terrificante zona industrale dove tutta la magia di Siracusa svanisce di fronte allo scempio compiuto dai processi industiali. Anche Catania ha un fascino tutto suo, come del resto ogni città siciliana, ma qui la differenza la fa una montagna di roccia nera che si erge alle sue spalle. L'Etna, con la sua scura figura e la vetta che si confonde tra le nuvole, sembra un gigante disteso, uno scherzo della natura capace di elevare un basso territorio collinare ad un altezza di 3000 metri.
Ovviamente non possiamo non cedere alla tentazione di compierne la scalata, così la mattina successiva, partendo dal livello del mare, ci inerpichiamo senza bagagli per 35 km lungo la strada che arriva al Rifugio Sapienza a quasi 1900mt di altitudine. Il paesaggio quasi lunare è unico, come la visuale panoramica, anche se leggermente offuscata dall'umidità che non permette di apprezzarne a pieno il potenziale. La discesa sul filo dei 70/80km/h si rivelerà molto rapida e divertente.
Tornati a Catania recuperiamo le borse e proseguiamo la nostra strada lungo il periplo dell'isola. La giornata è molto calda e passando dalla piazzetta di Aci Castello, di fronte alla rocca sul mare non resistiamo alla tentazione di un bagno veloce senza neanche togliere la divisa da bici. Sono momenti come questi che fanno apprezzare il senso di libertà e di essenzialità del girare su due ruote.
A sera arriviamo a Fondachello, una località di mare nei pressi di Giarre, dove troviamo un bell'albergo-ristorante propiscente la spiaggia, semplice e gestito con cortesia d'altri tempi dove ci gustiamo una delle migliori cene del nostro tour.
Sesto giorno di viaggio. Da qui dobbiamo cominciare ad allungare un po' le ultime tre tappe per poter arrivare a Palermo nei tempi previsti. Seguiamo sempre la ss114 litoranea verso nord che passa per altre bellissime località, con Giardini Naxos e Taormina su tutte. Oggi però un forte vento soffia contrario alla nostra marcia e, non trovando sfogo a causa delle pareti che salgono verticali alla nostra sinistra, si fa sentire ancora di più. Con passo rallentato arriviamo a Messina prima e a Punta Faro dopo, dove ci fermiamo a pranzare proprio di fronte alla costa calabrese dello stretto. Non possono non tornare in mente i mitologici mostri di Scilla e Cariddi e, in un'associazione di pensieri, il richiamo va a quella mostruosa idea di costruire un ponte tra le due rive e del devastante impatto ambientale che potrebbe avere.
Da Punta Faro svoltiamo per forza si cose verso ovest calcando la ss113 lungo la costa tirrenica dell'isola. Il vento non più contrario diventa un nostro alleato e sulle sue ali completiamo la tappa a Milazzo, città sorta alla base di una stretta penisola e importante porto turistico di collegamento con le isole Eolie e il continente. Ci concediamo un bagno di fine giornata nelle ben più tiepide acque del Tirreno se paragonate a quelle molto fredde che bagnano le coste siciliane del sud.
La nostra strada va in direzione nord e ci porta verso Catania, la successiva tappa, ma ci costringe ad attraversare una lunga e terrificante zona industrale dove tutta la magia di Siracusa svanisce di fronte allo scempio compiuto dai processi industiali. Anche Catania ha un fascino tutto suo, come del resto ogni città siciliana, ma qui la differenza la fa una montagna di roccia nera che si erge alle sue spalle. L'Etna, con la sua scura figura e la vetta che si confonde tra le nuvole, sembra un gigante disteso, uno scherzo della natura capace di elevare un basso territorio collinare ad un altezza di 3000 metri.
Ovviamente non possiamo non cedere alla tentazione di compierne la scalata, così la mattina successiva, partendo dal livello del mare, ci inerpichiamo senza bagagli per 35 km lungo la strada che arriva al Rifugio Sapienza a quasi 1900mt di altitudine. Il paesaggio quasi lunare è unico, come la visuale panoramica, anche se leggermente offuscata dall'umidità che non permette di apprezzarne a pieno il potenziale. La discesa sul filo dei 70/80km/h si rivelerà molto rapida e divertente.
Tornati a Catania recuperiamo le borse e proseguiamo la nostra strada lungo il periplo dell'isola. La giornata è molto calda e passando dalla piazzetta di Aci Castello, di fronte alla rocca sul mare non resistiamo alla tentazione di un bagno veloce senza neanche togliere la divisa da bici. Sono momenti come questi che fanno apprezzare il senso di libertà e di essenzialità del girare su due ruote.
A sera arriviamo a Fondachello, una località di mare nei pressi di Giarre, dove troviamo un bell'albergo-ristorante propiscente la spiaggia, semplice e gestito con cortesia d'altri tempi dove ci gustiamo una delle migliori cene del nostro tour.
Sesto giorno di viaggio. Da qui dobbiamo cominciare ad allungare un po' le ultime tre tappe per poter arrivare a Palermo nei tempi previsti. Seguiamo sempre la ss114 litoranea verso nord che passa per altre bellissime località, con Giardini Naxos e Taormina su tutte. Oggi però un forte vento soffia contrario alla nostra marcia e, non trovando sfogo a causa delle pareti che salgono verticali alla nostra sinistra, si fa sentire ancora di più. Con passo rallentato arriviamo a Messina prima e a Punta Faro dopo, dove ci fermiamo a pranzare proprio di fronte alla costa calabrese dello stretto. Non possono non tornare in mente i mitologici mostri di Scilla e Cariddi e, in un'associazione di pensieri, il richiamo va a quella mostruosa idea di costruire un ponte tra le due rive e del devastante impatto ambientale che potrebbe avere.
Da Punta Faro svoltiamo per forza si cose verso ovest calcando la ss113 lungo la costa tirrenica dell'isola. Il vento non più contrario diventa un nostro alleato e sulle sue ali completiamo la tappa a Milazzo, città sorta alla base di una stretta penisola e importante porto turistico di collegamento con le isole Eolie e il continente. Ci concediamo un bagno di fine giornata nelle ben più tiepide acque del Tirreno se paragonate a quelle molto fredde che bagnano le coste siciliane del sud.
Da Milazzo la tappa seguente ci porta di forza e di cuore ad arrivare a Tusa, piccolo paese in collina in cui ha vissuto la famiglia paterna di Mario. Seguiamo sempre la strada litoranea fatta di saliscendi e scorci interessanti, tra i quali troviamo anche un'enorme frana a precipizio sul mare e che blocca completamente la strada. Non ci perdiamo d'animo e con pazienza ci improvvisiamo scalatori evitando così di dover tornare indietro e percorrere una strada più interna. Proseguiamo mantenendo un buon ritmo perchè vogliamo arrivare a Tusa in tempo per vedere la partita dell'Italia agli europei di calcio e, dopo aver pedalato per 120km, ci aspettano gli ultimi 7km da fare tutti in salita prima di conquistare la meta. Arrivati nella piazzetta principale di Tusa, troviamo una piccola folla radunata fuori dal bar principale. Dagli anziani sulle loro sedie in prima fila ai ragazzi accalcati intorno, sono tutti davanti alla tv a tifare la nazionale in un ambiente allegro e festante. Ma la sorpresa più bella è l'incontro con Vincenzo, carissimo amico di famiglia di Mario e proprietario di un piccolo ristorante, nonchè appassionato cultore delle tradizioni culinare, e non solo, della Sicilia, che con maestrìa e proprietà di linguaggio ci fa conoscere colori e sfumature di questa ricca e accogliente terra. Presi dall'atmosfera gioviale ci godiamo un ottima cena e del buon vino fino a tarda ora, ma di questa concessione ovviamente pagheremo lo scotto il giorno successivo nell'ultima tappa fino a Palermo.
Sono solo 100km ma sembrano non finire mai, complice anche una giornata molto calda e il traffico in costante aumento all'avvicinarci al capoluogo. Prima però merita una tappa Cefalù con la sua splendida cattedrale e, successivamente, il meno piacevole paesaggio di ciò che resta dopo il devastante incendio che il 16 giugno ha distrutto chilometri di vegetazione nelle vicine colline.
Arriviamo infine alle 16 in piazza Giuseppe Verdi, di fronte al Teatro Massimo di Palermo, dove veniamo accolti da Paolo Romeo, presidente della LIFC Sicilia, che suggella il nostro impegno verso la lega.
Qui si conclude il nostro tour dopo 1000km percorsi. Purtroppo, per motivi di tempo, non abbiamo potuto completare il periplo completo dell'isola, ma questa sarà una motivazione in più per tornare in futuro a visitare questa bellissima terra.
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