giovedì 11 giugno 2015

10 giugno, Nordkapp!

Descrivere tutte le emozioni di quest' ultimo giornata non è facile, per quanto è stata lunga e intensa. In questo momento abbiamo alle spalle una notte in bianco, ma non solo per i festeggiamenti...
Mercoledi 10, mattina a Olderfjord, ultima sveglia mirata, ultimi soliti preparativi prima della partenza. Siamo eccitati e consapevoli che sarà l'ultima sgambata di questo lungo viaggio, ma sentiamo anche quella leggera tensione che non ti fa mollare la presa sull'obiettivo. Non è ancora finita del tutto, abbiamo davanti ancora 130km, una tappa quasi in media con tutte le altre, quindi non diamo niente per scontato perchè tutto potrebbe succedere. E infatti, dopo che il meteo ci era stato favorevole fino al giorno precedente, oggi ha deciso di farci pagare il nostro tributo alla pioggia. Dopo pochi chilometri di incertezza si scatena un nubifragio coi fiocchi, pioggia fredda e temperatura che precipita a 7/8 gradi. Siamo attrezzati, vestiti antiacqua, guanti, scarpe pesanti, ma nonostante questo ne viene giù talmente tanta che dopo poco tempo siamo inzuppiati ben bene. La strada segue tutta la costa ovest del Porsangerfjorden regalandoci scenari strepitosi sul mare e sulle montagne del lato opposto del fiordo. Oggi è anche la giornata dei tunnel lunghissimi, su tutti il Nordkapp tunnel che con i suoi 7km passa sotto il mare collegando la terraferma con l'isola di Magerøya. Superarlo è un momento di forte tensione, la strada scende per 3 km col 9% di pendenza, spiana per 1 km e poi risale per altri 3 km al 10%. Dentro: il gelo. Scendiamo bagnati fradici, i denti battono e i muscoli tremano dal freddo. Non ho mai sentito tanta apprensione per il timore di fare un passo falso e di cadere. È stato un passaggio veramente forte. Ne usciamo con delle facce tirate ma sollevate perchè è andato tutto bene. In più anche la pioggia sembra volerci dare un po' di tregua. Arriviamo ad Honningsvåg che sono le 17 e andiamo all'ostello, che molto gentimente ci è stato prenotato da un rappresentante della Lega Fibrosi Cistica locale. Ne approfittiamo per cambiarci i vestiti bagnati e rifocillarci un po' prima di ripartire per affrontare gli ultimi 30 kilometri, che si riveleranno più impegnativi ma anche più spettacolari del previsto. Praticamente una tappa nella tappa...l'ultima. La strada dopo un tratto lungo la costa si inerpica sulle montagne, regalandoci scorci sui tanti laghetti e sulle ampie chiazze di neve a cui fanno da sfondo insenature di mare e scogliere. Uno spettacolo unico che ci vogliamo godere con la giusta calma, nonostante tiri un forte vento gelido. Scendiamo ancora quasi fino al mare e poi risaliamo sull'ultimo promontorio, un'ultima intensa scalata fino ai 300 metri s.l.m. del promontorio di CapoNord....ed è fatta!! Ci abbracciamo felici e consapevoli di essere riusciti in una grande impresa. In cuor nostro sapevamo di poterla affrontare, anche se con tutti i dubbi, le incertezze, le mille variabili che avevamo davanti. Ed ora siamo lì, sotto il famoso globo di ferro. Facciamo le doverose foto di rito, mentre alle ore 23 il sole è ancora lassù in alto nel cielo che fa capolino tra le nuvole e la foschia. Quassù splenderà alto senza mai calare per altri due mesi come se la notte non fosse mai esistita. Aspettiamo il bus di mezzanotte per tornare a Honningsvåg, giusto in tempo per fare un'ultima foto al giorno che non finisce.
Ora siamo sul traghetto della Hurtigruten che domani pomeriggio ci sbarcherà a Svolvær. Ci siamo imbarcati alle 5:45 del mattino, e abbiamo dormito poco più di un'ora, ma va bene così...
È stata una sfida incredibile con noi stessi, ma soprattutto è stata una cosa bellissima ciò che siamo riusciti a smuovere a favore della Lega Italiana Fibrosi Cistica. Tante persone coinvolte, tanta visibilità al progetto "Pedala per un respiro", tanta soddisfazione personale e di gruppo. Vogliamo ringraziare con tutto il cuore tutti quanti hanno contribuito a questa iniziativa.

martedì 9 giugno 2015

9 giugno, Alta-Orderfjord

Oggi ci aspettano 110km prima della tappa finale su Caponord, siamo emozionati per l'obiettivo così vicino, ma vogliamo anche cercare di gustarci questi ultimi giorni. Durante il nostro lungo viaggio, spesso abbiamo dovuto macinare kilometri senza avere tanto tempo di godersi luoghi e situazioni, d'altronde la strada è stata tanta e non potevamo permetterci di mollare il ritmo. Il cielo è sempre chiuso ma senza sentori di pioggia e la temperatura è buona rispetto a quella trovata nelle regioni interne della scandinavia. I primi 20 kilometri li facciamo seguendo la costa del fiordo di Alta con la bassa marea e il fondale ricoperto di alghe che emerge dall'acqua, in lontananza fanno da sipario montagne innevate a ridosso del mare. Ad ogni curva ci fermiamo a far foto e contemplare il paesaggio. Alla fine del fiordo la strada sale e ci porta a superare un basso valico per poi ridiscendere in un'ampia conca naturale circondata dalle montagne. Sul fondo un lago, che viene alimentato da numerosi ruscelli che si formano dallo scioglimento delle nevi in altura. Dopo un'altra breve salita ci troviamo in un altipiano immenso che si estende a perdita d'occhio...un tuffo al cuore e un'altra prova della meraviglia della natura. Ci vuole qualche decina di kilometri per attraversarlo tutto, ma ce lo godiamo pedalando senza fretta. Alla fine la strada segue un' altra vallata rocciosa per poi portarci fino ad Orderfjord, di fronte al mare del Porsangerfjord, dove abbiamo prenotato l'ostello. Un' altra giornata di paesaggi fantastici è andata, prima della volata finale.

lunedì 8 giugno 2015

8 giugno, laghi, vallate, mare del nord

Anhe oggi il meteo sembra ricalcare quello del giorno precedente, solo che la temperatura è ancora più bassa. Siamo sugli 8° e il cielo è grigio e minaccioso. Facciamo spesa e colazione in un market dove incontriamo un gruppo di italiani in vacanza che vengono proprio da Caponord e non ci rassicurano molto sul clima che hanno trovato: pioggia, neve e temperature intorno allo 0. Ma la meta è ormai vicina e non ci perdiamo d'animo, montiamo in sella e ancora infreddoliti ci avviamo. Ci mettiamo una mezz'oretta a scaldarci ma poi le gambe iniziano a girare bene. Inizialmemte costeggiamo il bacino idrografico del fiume Kautokeino-Alta, che nasce in Finlandia e dopo 200km arriva fino al mare. La strada abbandona le ampie ondulazioni della tundra per veloci saliscendi sulle colline di una larga vallata. La vegetazione è sempre bassa e le piante senza foglie, sulle alture si scorgono ampie chiazze di neve. Il vento soffia da nordovest, per fortuna meno intensamente del giorno precedente. Dopo circa 60km arriviamo in un ristoro che dovrebbe essere un centro turistico, ma in realtà c'è solo un piccolo bar con un'anziana signora che ci fa pagare un occhio per una tazza di caffè, ma che comunque ci voleva per riprendere vigore. Il cielo man mano si apre un' po' e , tra una nuvola e l'altra, il sole fa capolino scaldandoci. Viaggiamo sui 3/400 metri finchè non superiamo un passo che ci fa cambiare vallata. La strada ora si affianca ad un lungo lago, le pareti delle montagne si fanno sempre più vicine, fino a diventare una stretta gola con le pareti a picco. Dalla parte finale del lago, come da un imbuto, si crea un fiume che ridiscende la gola tra massi e rapide, in uno spettacolare paesaggio. Piccole cascate d'acqua scendono qua e là dalle pareti verticali di roccia dove blocchi di ghiaccio sono ancorati nei punti meno battuti dal sole. Dai 400metri la strada, seguendo il corso del fiume, ci porta fino a 50 metri di altitudine. Ogni scorcio è unico e verrebbe voglia di fare mille fotografie, ma non avrebbero lo stesso impatto di ciò che raccoglie il nostro sguardo. Alla fine della gola, improvvisamente il paesaggio cambia, scompaiono gli arbusti e gli alberi spelacchiati e ritorna il verde vivo delle piante tutt'intorno. Rimangono gli ultimi 20 kilometri da fare per Alta, e quando all'arrivo si para davanti ai nostri occhi il Mare del Nord e il fiordo, circondato da montagne innevate, su cui si affaccia la città, l'emozione è tanta. Siamo veramente a due passi dalla meta finale.

7 giugno, nella tundra

Oggi era prevista una tappa lunga fino ad Alta, ma abbiamo deciso di dividerla in due più brevi, così da non appesantirci troppo ed arrivare ad Alta nel pomeriggio di dopodomani. Ci aspettano quindi soli 80km che però si riveleranno i più lenti e i più suggestivi di tutto il nostro viaggio. Il maltempo che ci hanno più volte annunciato e che sta colpendo la parte alta della Norvegia si fa sentire fino a queste zone. Appena partiti ci ritroviamo con un deciso vento proveniente da nord e la nostra strada segue dritta dritta quella direzione. Pedaliamo ad una velocità di 13/14km orari, e paradossalmente gli unici momenti in cui ci si può rilassare sono lungo le salite dove siamo più riparati. Passato un paesino ad una decina di kilometri il paesaggio cambia decisamente. Ci ritroviamo in un altipiano a circa 400mt di altitudine, gli alberi si fanno piccoli e radi, nudi e senza foglie. Ampi spazi ricoperti di piccoli arbusti e distese di acqua si aprono intorno, siamo nella cuore della lapponia, la tundra. Il cielo è grigio e pesante di nuvole, in lontananza si scorgono leggere tende di pioggia che scendono verso terra, e quando ci avviciniamo ci accorgiamo che non è pioggia ma una sottile grandine che punge sulla pelle come fosse fatta di spilli. Fortunatamente sono solo brevi passate, ma col vento contro si sente ancora più forte. Arriviamo in un market caffè dove ci fermiamo a rifocillarci e scaldarci un po'. Dentro vi sono diversi avventori, volti segnati dal freddo e qualche barba con molti anni alle spalle, che ci accolgono con sguardi un po' incuriositi. Qualcuno nell'uscire barcolla un po' a causa di qualche birra di troppo per essere le tre del pomeriggio. Alla cassa vi è un ragazzo di 20/25 anni che sta impacchettando qualcosa con una lentezza incredibile. Tutte le usanze da queste parti hanno una tempistica molto dilatata rispetto alle nostre. Mi chiedo se nei suoi giovani pensieri ci sia l'idea di vivere in un posto meno isolato di questo o se si sia già assuefatto a questa lentezza, aspettando che anche il suo volto venga segnato dalla durezza del clima lappone. Ripartiamo e dopo pochi kilometri troviamo il confine con la Norvegia, proprio nel bel mezzo di un altra passata di pioggia. Mentre facciamo le nostre foto di rito, ai pochi automobilisti che passano forse sembreremo dei vanitosi turisti, ma noi sappiamo che quella foto ce la siamo meritata tutta dopo quasi un mese passato in sella. Ci troviamo in terra norvegese che ci accoglie con un clima difficile, che forse è una delle sue caratteristiche più marcate. Andiamo avanti sempre faticosamente controvento e dopo un po' ci distanziamo rimanendo a pedalare da soli per il resto del tragitto. Rispetto ad altre volte, è stato un momento molto forte. È stato come se fossi con una barca in mezzo al mare, solo che invece di acqua intorno avevo chilometri e chilometri di terra cruda e immobile, dove la natura da sempre regna incontrastata. Una natura selvaggia e aspra, scandita dalle stagioni che qui compiono un ciclo estremo per ogni forma di vita, e nel nostro faticoso arrancare non puoi che sentirti piccolo e insignificante di fronte ad essa. Concludiamo la tappa a Kautokeino trovando alloggio in altro piccolo bungalow e toccando i 4000km percorsi dalla partenza.

domenica 7 giugno 2015

5-6 giugno, Passaggio in Finlandia

Ci svegliamo alle 7:30 e dopo colazione in bungalow alle 9:40 saliamo in sella, ormai i ritmi sono collaudati, la mattina siamo pronti a partire a non meno di due ore dalla sveglia. Partiamo seguendo il corso del fiume Kalix gonfio d'acqua e dopo meno di 30 km ci troviamo a passare per il Circolo Polare Artico. Questo era da noi un momento atteso e solenne, ma rimaniamo un po' delusi dal totale abbandono della struttura ricettiva posta nei pressi della fatidica linea immaginaria, così ci accontentiamo di far due foto sotto il cartellone che segna il punto di passaggio. La strada oggi è un continuo saliscendi e, sarà per il vento, abbiamo l'impressione di pedalare sempre in salita anche se l'altimetro rimane sempre a quota 70/80 metri. Arriviamo a Korpilombolo, uno dei tanti paesi dal nome bizzarro, e facciamo una bella pausa pranzo in un piccolo bar ristorante gestito da un simpatico ragazzo turco, il quale ci dice che è dura vivere da quelle parti, soprattutto nei mesi invernali quando la temperatura scende anche a -40° e non c'è molto da fare in giro. Man mano che andiamo avanti notiamo sempre più spesso che in parallelo alla strada e nella campagna adiacente, vi sono i segnali per le piste da motoslitta, sicuramente uno dei mezzi più pratici e usati durante l'inverno. Superiamo Pajala dopo più di 110km e prendiamo la direzione che costeggia un altro fiume, il Saaripuda, che segna il confine tra Svezia e Finlandia, confine che superiamo poco più avanti prima di arrivare a Kolari. Passiamo la serata e la notte in un hotel-ristopub dove abbiamo il dubbio piacere di assistere ad un improbabile quanto stonato karaoke in finlandese.
Il giorno dopo percorriamo per un centinaio di kilometri la E8, una strada comoda e veloce che, in terra finlandese, continua a seguire la linea di confine con la Svezia e il fiume Saaripuda che, con le sue acque scure e rapide, scorre ampio e maestoso verso sud. Dopo il vento di ieri oggi abbiamo una giornata dalle condizione perfette, un bel sole a scaldarci, assenza totale di vento e una strada scorrevole e poco trafficata. Ci stiamo addentrando sempre di più nell'entroterra della scandinavia, i paesaggi si fanno più selvaggi e affascinanti, man mano l'altezza delle piante diminuisce e ai soliti laghi si affiancano fiumi gonfi di acqua. Iniziamo anche ad avvistare le prime renne che improvvisamente sbucano in strada e a volte scappano lungo il nastro asfaltato prima di scomparire fra gli alberi. Nell'ultima parte del tragitto, dopo aver svoltato in direzione est, ci inoltriamo in piena terra finlandese arrivando a Enontekio dopo 150km. Lì scopriamo di aver prenotato un bellissimo cottage in legno con addirittura una piccola sauna interna, un posto che meriterebbe qualche giorno in più da passarci in relax.

sabato 6 giugno 2015

2-3-4 giugno, ancora Svezia

Il giorno di riposo ci ha rimesso in sesto per permetterci di affrontare l'ultima parte del viaggio e anche il sole è tornato a splendere seppure sia rimasto un discreto vento. Decidiamo di prendere una strada interna lontana dalla costa ma che ci consente di evitare la E4, riuscendo a goderci senza rischi il tragitto e il paesaggio, e con il vento che ci spinge percorriamo in 5 ore e mezza ben 140 kilometri arrivando a Skelleftea a tempo di record. Nell'ostello che abbiamo prenotato riusciamo a farci anche una bella sauna.
La mattina dopo ci aspetta un altro cambiamento meteo con il ritorno della pioggia e temperatura intorno ai 9°. Le gambe girano male e si fa fatica a prendere un buon ritmo. Seguiamo ancora strade secondarie, poi nel pomeriggio, per non allungare troppo il percorso, proviamo anche a riprendere la E4 per una cinquantina di kilometri, ma come solito ci ritroviamo a dover viaggiare come in un binario stando attenti al traffico veloce. Nel tardo pomeriggio cessa anche di piovere e torna a splendere il sole asciigandoci per bene, ma i cambiamenti climatici sono abbastanza repentini da queste parti e riusciamo ad arriviare all'ostello di Gammelstad, vicino Luleà giusto prima di altro scroscio d'acqua. Ormai siamo quasi alla fine del golfo di Botnia, che piano piano abbiamo risalito lungo la costa. Ci sembra come se stessimo percorrendo le strade svedesi da un mese, tanto è lunga questa nazione come estensione!
La mattina successiva decidiamo di allontanarci dalla costa e dalla famigerata E4 e cominciare a dirigerci verso l'interno. Seguiamo inizialmente una strada che costeggia il Lulehalven, foce del fiume Hedavan, dove Simone incappa in una foratura subito riparata. Da Boden poi, prendiamo per strade secondarie che con dolci saliscendi e tra belle vallate ci portano ad allacciarci alla E10. Da lì gli ultimi 30 km fino a Overkalix, un piccolo paesino circondato per tre lati dal fiume Kalix, che in questo periodo é in piena. Ci ritroviamo di fronte ad una estensione di acqua in movimento di diverse centinaia di metri, su più ramificazioni, e per la prima volta provo la sensazione di sentire la potenza della natura. In un campeggio troviamo un bungalow molto carino proprio in riva al fiume, e il doverci arrangiare a cenare con dei piatti freddi presi al supermarket, viene ripagato da uno spettacolare tramonto, con il sole che scende seguendo una linea obliqua e con una lentezza mai vista, per scomparire del tutto non prima delle 23:30. Durante quella che dalle nostre parti sarebbe stata notte, assistiamo ad un crepuscolo continuo. Sarebbe bello rimanere ad ammirarlo fino al nuovo spuntare del sole, ma la stanchezza si fa sentire e, come sempre, molto rapidamente ci addormentiamo.

giovedì 4 giugno 2015

31 maggio - 1 giugno, da Docksta a Umeà

Stamattina il meteo ci fa scontare la bella giornata di ieri e partiamo belli imbottiti sotto una leggera pioggerella e un po' di nebbia nelle alture, temperatura sui 9°. Visto che le condizioni non ci permetterebbero di ammirare troppo il paesaggio, imbocchiamo e percorriamo per un centinaio di kilometri la strada a grande scorrimento E4, sempre molto trafficata ma con un tragitto diretto e  lineare rispetto alle strade secondarie, lasciando quest'ultime alla seconda parte della giornata. Arriviamo così ad Umeà, dove abbiamo deciso di fermarci un giorno, dopo tre settimane di viaggio, per recuperare un po' di energie fisiche e mentali, e la scelta è stata decisamente azzeccata perchè la mattina dopo piove e tira un vento fortissimo. Approfittiamo così della giornata per fare una bella manutenzione alle bici, lavare i vestiti e soprattutto per gustarci pranzo e cena preparati da noi. Abbiamo capito infatti che in Svezia non esiste una tradizione culinaria definita, e a parte alcuni ingredienti buoni come il salmone o il manzo, il resto sono tutte salsette varie, burro e patatine fritte, e dopo più di una settimana ne abbiamo abbastanza!
In generale gli svedesi sono molto cordiali e aperti e nelle città si respira sempre un'atia tranquilla e sicura. Le abitudini sociali sono molto diverse dalle nostre, la maggior parte dei negozi chiude molto presto, a volte anche alle 17, e spesso ci siamo trovati fuori orario senza rendercene conto. A questo contribuisce anche il fatto che man mano che saliamo verso nord, le giornate si allungano sempre più e alle 20 di sera il sole splende ancora alto nel cielo falsandoci la prospettiva temporale. Ormai da qualche notte non sta facendo più buio completo e in cielo rimane un certo chiarore, come se ci fosse un lungo tramonto e creando una bellissima atmosfera.
Un'altra cosa molto particolare ci ha colpito da quando siamo in questa nazione. Gli svedesi hanno un vero culto per le macchine americane degli anni 50 e 60 e in giro se ne vedono veramente tante, quasi tutte rimesse a nuovo...una manna per gli appassionati del genere!